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martedì 13 novembre 2012

“L’equilibrio è la chiave del successo!”


Grasso è sinonimo di sovrappeso e siamo nell’era delle super bellezze   “pin – up” curatissime, rifatte e quasi innaturali.

Oggi ospite di crotonizzati la dottoressa Valeria Crea, tecnologa alimentare, che ci dispenserà consigli utili ed importanti inerenti a salute e bellezza. La dottoressa ha collaborazioni importanti nel suo settore, scrivendo su riviste nazionali e specializzate tra cui “Più Sani più Belli”, oppure ha cooperazioni con siti internet di rilievo come “Dioni Dream” e “Roba di Donne”, collaborando inoltre con l’Unione Nazionale Consumatori per la Sicurezza Alimentare.

Che ruolo svolge esattamente il tecnologo alimentare?
Mi piace paragonarlo ad un gelataio, poiché ha a che fare con molti gusti: dalla botanica alla parassitologia, dall’entomologia ai processi unitari di produzione alimentare o alla microbiologia.
Praticamente, usando poche parole, è un consulente e dispensa consigli su qualità, igiene, sicurezza, pratiche HACCP (per le attività) e miglioramenti e nuove formulazioni alimentari.

Partiamo in quarta ed arriviamo subito al sodo, parliamo di grassi?
Clinicamente sono chiamati lipidi e sono molecole che non si diluiscono nell’acqua (es. olio nell’acqua).
Formano le emulsioni e sono contenuti nei nostri cibi in maniera naturale ed appartengono alla categoria dei “macronutrienti” insieme a proteine e carboidrati.
I grassi comunque rimangono riserve energetiche per il nostro organismo, solo se consumati in eccesso diventano accumuli adiposi, andando a formare effetti antiestetici come la pancia, la cellulite o la classica buccia d’arancia. Devono essere quindi consumati con moderazione poiché regolano i processi metabolici e fisiologici.

Consiglio da esperta nel settore: da cosa dovrebbe essere costituita una buona alimentazione?
Tutti i componenti devono essere racchiusi nelle due grandi categorie, macro e micro nutrienti; bisogna alimentarsi mangiando di tutto un po’, con moderazione ovviamente, senza farsi mai mancare acqua, frutta e verdura. Gestendo in modo equilibrato carboidrati e proteine.

Si può dimagrire mangiando?
E’ il mio motto, assolutamente si!  Cinque pasti al giorno, poco e spesso, in modo da attivare il nostro metabolismo. Si livellano cosi i picchi glicemici, legati alla fame nervosa.

Quanto conta la quantità degli alimenti nei pasti?
Tanto, anzi tantissimo! Ma dobbiamo scindere un po’ le cose e chiarire dei concetti fondamentali: il discorso cambia nettamente quando mangiamo le verdure che possiamo assumere a volontà, mentre la frutta è piena di zuccheri, tutto sta insomma nel sapere equilibrare le cose.

Ci sono dei cibi che possono alterare negativamente il nostro organismo?
Si, i cosiddetti “Junk Food”.  Ovvero quelli che troviamo nei fast food (McDonald’ s, Burger King ecc ecc ) ricchi di grassi saturi ed idrogenati. Questi possono predisporre a patologie come l’obesità, tumori e malattie cardiovascolari.

In una corretta alimentazione che grado di importanza ricopre l’acqua?
“L’acqua elimina l’acqua” ed è un processo fondamentale per il nostro organismo, lo purifica ed elimina le tossine. E’ vitale e, con una corretta idratazione, i nostri tessuti saranno sempre alimentati in modo valido  mantenendo la pelle costantemente idratata e turgida.

Ci sono degli alimenti che mantengono vitale la pelle?
Si certo: la papaya, l’uva, l’aloe vera, il pomodoro, la carota e la pera. Una dieta variegata o/e equilibrata è improntata sulla dieta mediterranea, consentendo di mantenere giovani i nostri tessuti.
Gli alimenti sopra indicati favoriscono il famigerato effetto “anti-age”.

Cosa diresti a chi assume integratori alimentari o farmaci per dimagrire?
Non li condanno a prescindere poiché l’alimentazione può aiutare fino ad un certo punto il dimagrimento, questo però di base è uno stimolo psicologico forte che permette di toccare tangibilmente i risultati da raggiungere.

Hai mai provato a sperimentare con i cibi?
Si certo che ho provato, ho studiato a fondo lo yogurt.
Dopo la laurea magistrale ho comprato una yogurtiera ed i fermenti per yogurt in farmacia, ho letto le ricette per la preparazione su internet ed ho studiato la metodologia esatta, mettendo in atto questa formulazione e testando l’ effetto.
Considerando che uno yogurt necessita di una fermentazione di sette o otto ore, il risultato era alquanto variabile: a volte era troppo liquido, poi troppo sieroso e delle volte troppo acido.
Dopo queste prove ho comunque  sperimentato diverse miscele di fermenti, eseguendo vari tentativi in cui la composizione migliorava a livello nutrizionale e di texture, ma ancora mancava qualcosa.
Cosi ho trovato l’addensante (nelle bustine di fibresse) che mi ha aiutato a completare il processo poiché conteneva l’effetto “prebiotico”.
Il mio yogurt fatto in casa veniva meglio di tutti quelli sponsorizzati in tv.

Ringraziamo la dottoressa per i consigli utili forniti, dandole appuntamento alla prossima intervista.

Massimo Houston

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