
La via imboccata è quella giusta. In attesa che la Corte costituzionale si pronunci su rilievi di incostituzionalità sollevati dalla Regione Calabria, bisogna nel frattempo cercare di creare una rete fra i territori interessati dal riordino in modo da raggiungere i parlamentari di loro espressione. Adesso solo questi, col loro voto, possono scongiurare la conversione in legge di quello che si sta rivelando essere un vero e proprio maquillage degli organi periferici dello Stato che colpisce, ancora una volta, pubblici dipendenti e cittadini. Condivido al contempo – prosegue l’onorevole Pacenza – la necessità espressa dal comitato ‘Krotone è Provincia’ di risvegliare l’attenzione dei cittadini con iniziative di mobilitazione generale, soprattutto per far comprendere loro la gravità e gli effetti nefasti che questo provvedimento del governo apporterà alla debole economia del nostro territorio. Saranno circa 1.200 i dipendenti pubblici che rischieranno la mobilità forzata e quindi l’allontanamento dal territorio dove abbondano gli indici di disoccupazione e bassa crescita. Sono questi i parametri – conclude l’onorevole Pacenza – che dovrebbero convincere il Parlamento a concedere quantomeno una deroga al decreto per la Provincia di Crotone, così come è fra l’altro già accaduto per le Province di Sondrio e Belluno”.
cn24
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