Una battaglia persa, ma la guerra continua e deve essere bipartisan. Lo hanno confermato Zurlo, Vallone e Stasi nel corso della conferenza stampa seguita all'approvazione del decreto che cancella la Provincia di Crotone. Durissima le critiche al governo ed a chi vuole accaparrarsi il territorio crotonese.

L'umore non è dei migliori durante la conferenza stampa convocata poche ore dopo l'approvazione del decreto con cui il Consiglio dei ministro ha cancellato la Provincia di Crotone. Ci sono Zurlo, la vicepresidente della giunta regionale Antonella Stasi, il consigliere regionale De Masi e il presidcente del Consiglio provinciale Benedetto Proto.
A tutti sta a cuore sottolineare che il percorso fin qui fatto è stato impeccabile: non ci sono stati ritardi nel ricorso alla Corte Costituzionale, come sottolinea Vallone, ma soprattutto, tiene ad evidenziare la vicepresidente della Regione, Antonella Stasi, sebbene con una grande battaglia in seno all’Ente, si è riusciti a far in modo che prima il Cal e poi la Regione non dessero al Governo, a proposito del riordino, indicazioni diverse dalla situazione in essere. Indicazioni delle quali, però, il governo non ha tenuto conto continuando dritto sulla sua strada infischiandosene delle richieste del territorio.
Il prossimo passo è, secondo Vallone, verificare quali spazi d’azione possano aprirsi nei 60 giorni necessari a convertire il decreto in legge: solo il 31 dicembre, infatti, il riordino delle province diverrà effettivo. Una delle prime cose da fare è, secondo il sindaco, individuare altre province con cui condividere il percorso e contemporaneamente coinvolgere nella battaglia i partiti nazionali.
Chi sa fin da ora che non avrà problemi a chiedere l’appoggio del partito per contestare questa decisione del Governo è Emilio De Masi (Idv). Il suo partito, però, a livellonazionale, è tra quelli che vogliono l'abolizione di tute le province. De Masi suggerisce ai colleghi di Pd e Pdl di utilizzare le imminenti primarie per diffondere sul territorio un messaggio preciso di contrasto al decreto.
Duro contro il Governo anche il sindaco Vallone: “un governo tecnico era l’unico che poteva pensare di avviare e concludere una cosa del genere sena alcun confronto e dialogo con i territori".
E’ particolarmente severa la vicepresidente della Regione Antonella Stasi che chiede che alla battaglia bipartisan delle istituzioni locali, si aggreghino i rappresentanti delle altre province. “Non è una battaglia campanilistica, ma di dignità”, precisa la Stasi riferendosi apertamente al consigliere regionale Vincenzo Ciconte che proprio ieri ha pubblicamente chiesto le dimissioni della vicepresidente per aver affermato: “Mai con Catanzaro”. “Non tifo né Catanzaro né Cosenza, ma Crotone: sono vicepresidente della Regione, ma prima di tutto crotonese, quindi ribadisco che Crotone vuole restare con Crotone”.
Quanto al comportamente di vari esponenti politici di Catanzaro, sono tutti concordi nel sottolineare che coloro che avanzano pretese nei confronti del nostro territorio, finora non hanno mai invitato le istituzioni locali ad un tavolo per illustrare i loro progetti per la futura provincia. “Mi auguro che il loro interesse non sia frutto di un retaggio di fine Ottocento di tipo colonialistico, ma che ci sia un nuovo approccio”, auspica Zurlo convinto tuttavia, come tutti i presenti, che la scelta della provincia alla quale essere accorpati spetta esclusivamente ai cittadini crotonesi.
Il presidente del Consiglio provinciale Proto è allarmato a proposito di un comunicato stampa appena scaricato dal sito del Governo, che specifica per la prima volta che il riordino delle province è il primo passo cui seguirà il riordino degli enti territoriali in base al nuovo assetto. “E’ scritto nero su bianco: il risparmio non è legato all’eliminazione delle province, ma a tutto quello che vogliono fare dopo. Deve essere battaglia, perché è un furto che non possiamo tollerare anche in base alle deroghe di Sondrio, Belluno e Arezzo”.
(Il Crotonese)
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