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giovedì 25 ottobre 2012

La Regione difende Vibo e Crotone, ma niente certezze sugli accorpamenti

consiglioregionale3mag

di Stefano Perri - Per il Consiglio Regionale Vibo e Crotone non si toccano, ma sul riassetto delle Province ancora nessuna certezza. Tutto rimandato alle decisioni del Governo in attesa della Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sul ricorso della Giunta.
Seduta del Consiglio quasi interamente dedicata al tema del riordino degli assetti territoriali provinciali, con documento votato quasi all'unanimità, con la sola eccezione del consigliere IdV Giuseppe Giordano, che nonostante sia giunto nell'ultimo giorno utile, continua a concentrarsi sulla difesa di Vibo e Crotone senza fornire indicazioni chiare sulle eventuali ipotesi di accorpamento. Solo un passaggio dove si intuisce un riferimento, peraltro anche sostenuto a voce dallo stesso Governatore Scopelliti, alla ''storia territoriale'' del comprensorio della Provincia di Catanzaro, che dovrebbe ritornare ad 'accogliere' i territori di Vibo e Crotone, ma per il resto solo una strenua, prioritaria, opposizione al taglio delle due Province. Il rischio però è che sfumi l'opportunità di fornire indicazioni chiare sugli assetti futuri del territorio per i quali a questo punto, in attesa della decisione della Corte Costituzionale alla quale la Giunta regionale si è appellata, il Governo potrebbe decidere autonomamente. L'orientamento del Consiglio sembra in ogni caso propendere per il ristabilimento dei vecchi confini provinciali, con Vibo e Crotone che tornano alla base con Catanzaro, ma l'impressione è che sul punto non sia stata ancora scritta la parola fine.
Il Consiglio - è scritto nel documento votato dal Consiglio - ''approva e sostiene la decisione della Giunta di adire alla Corte Costituzionale'' con il fine di sollevare eccezioni di costituzionalità sul decreto legge del Governo che propone appunto il taglio delle Province.
Un documento che fa seguito alla seduta straordinaria del Consiglio regionale di qualche settimana fa convocata appositamente contro il taglio degli enti intermedi sui territori di Vibo e Crotone, che però potrebbe essere giunto fuori tempo massimo a fronte delle intenzioni del Governo che è parso assolutamente determinato sul taglio delle Province.
''L'idea di azzeramento di tutte Province - ha ribadito ancora una volta il Presidente Scopelliti in aula - aveva una sua logica e saremmo stati favorevoli. Altra cosa è dire che si tagliano solo alcune Province. Con questo provvedimento verrebbero meno le Prefetture, i Comandi provinciali delle forze dell'ordine e tutta una serie di presidi di legalità sul territorio. Sarebbe un indebolimento generale dello Stato e quando le istituzioni vengono meno c'è sempre il rischio che qualcun altro si impadronisca del territorio''.
Una difesa senza appello agli attuali assetti territoriali che risponde anche alle istanze sollevate nei giorni scorsi dalle assemblee pubbliche convocate sui territori di Vibo Valentia e Crotone. Nessun parere netto però, se si eccettua il riferimento alla ''storia territoriale del comprensorio della Provincia di Catanzaro'' sugli assetti futuri degli enti provinciali. E mentre per il territorio di Vibo dovrebbe essere abbastanza placida e condivisa l' ''annessione'' alla Provincia di Catanzaro, a Crotone la questione diventa decisamente più spinosa. La tendenza del Governo, come suggeriscono i rumors romani, è quella di accorpare la Provincia pitagorica a quella di Cosenza. Un'ipotesi che però Catanzaro vorrebbe assolutamente scongiurare, sostenendo con forza - su questo è chiarissimo in aula il consigliere Tallini - la riproposizione dei vecchi confini provinciali che vedrebbero sia sia Vibo che Crotone tornare alla base con l'accorpamento all'interno della Provincia capoluogo.
E' certamente questo il punto più scottante della questione. Il territorio di Crotone fa gola sia a Catanzaro che a Cosenza, e intanto spunta l'ipotesi del referendum territoriale - comunque non contenuta nel documento approvato - che consentirebbe di scegliere direttamente ai crotonesi con quale provincia essere accorpati. E proprio sulla questione degli accorpamenti si erano sollevate nelle scorse settimane le voci più discordanti, con orientamenti trasversali rispetto alle coalizioni regionali che hanno assunto sapori prettamente campanilistici. Contrasti che si sono trascinati fin dentro le mura di Palazzo Campanella e che hanno determinato nell'odierna lunghissima riunione dei capigruppo la decisione finale di non indicare alcuna scelta rispetto agli assetti futuri da proporre al Governo, lasciando sostanzialmente mano libera all'Esecutivo Monti e puntando la partita solo sul ricorso alla Corte Costituzionale.
Sul punto è intervenuto anche il Governatore Scopelliti. ''Il rischio - dichiara - è che si crei uno scontro che non serve nessuno. Dobbiamo superare il provincialismo e le battaglie campanilistiche''. Ma il riferimento di Scopelliti sembra protendere verso l'ipotesi del ristabilimento dei vecchi confini provinciali, con Vibo e Crotone nuovamente accorpate a Catanzaro. ''Se il Governo - prosegue il Governatore - dovesse decidere di accorpare le Province, allora noi avremo il nostro ruolo. Sarà un processo di riaggregazione assolutamente naturale, non saranno prese in considerazione le ipotesi fantasiose che ho sentito in questi giorni''.
''Al Governo Nazionale - si legge ancora nel documento - si indica quale priorità assoluta il mantenimento dell'attuale assetto politico-amministrativo ed istituzionale con la conseguente conferma delle quattro Province oltre che della Città Metropolitana di Reggio Calabria''.
Un ultimo disperato tentativo di chiedere al Governo, al di là del ricorso alla Corte Costituzionale, di ritornare sui suoi passi derogando dal taglio le Province di Vibo e Crotone. Una speranza per la quale non si da ancora per vinto il consigliere crotonese Alfonso Dattolo, capogruppo dell'Udc e strenuo difensore degli interessi delle Province a rischio. ''La situazione socioeconomica della Calabria - dichiara in aula - è molto diversa dal resto del Paese e le Province in questo quadro hanno giocato un ruolo fondamentale dando ossigeno anche economicamente ai territori.  Su questo tema possiamo fare molto, a prescindere dalle decisioni del Governo e della Corte Costituzionale. Non è un problema campanilistico è importante salvaguardare questi presidi democratici che sono fondamentali''.
L'impressione però è che difficilmente il Governo possa fare marcia indietro sul provvedimento contenuto sulla Spending Review. E adesso che la Calabria ha deciso di non inviare, nell'ultimo giorno utile, nessuna indicazione sulle diverse ipotesi di riassetto del territorio, proprio all'esecutivo guidato da Monti probabilmente rimarrà la massima discrezionalità sul futuro degli assetti provinciali.

(Fonte: Strill)

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