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martedì 30 ottobre 2012

Scandale, si dimettono sette consiglieri: avviato l'iter di scioglimento del Consiglio comunale



Sette consiglieri (su tredici) di Scandale hanno rassegnato le dimissioni avviando le procedure per lo scioglimento del Consiglio comunale. Eletto a maggio 2011, il Consiglio si reggeva su una maggioranza di centrosinistra con a capo il sindaco Carmine Vasovino.
Il Consiglio comunale di ScandaleSCANDALE - È durata poco più di un anno l’avventura di Carmine Vasovino sulla poltrona di sindaco di Scandale. Nella giornata di martedì 30 ottobre, proprio alla vigilia della seduta consiliare prevista nel pomeriggio, infatti, sette consiglieri su tredici hanno rassegnato le dimissioni contestualmente causando lo'avvio delle procedure di scioglimento del Consiglio comunale.

I sette consiglieri dimissionari sono: Franco Ceraudo, Giuseppe Lettieri e Gino Pingitore della lista ‘Scandale nel Cuore’ e Maria Luisa Artese, Lucio De Biase, Salvatore Rota e Stefania Salerno che erano stati candidati come indipendenti nella lista di centrosinistra che nel maggio 2011 portò Vasovino alla guida del Comune di Scandale. Le dimissioni dei sette consiglieri comunali sono all'esame della Prefettura che dovrà ora avviare le procedure di commissariamento dell'ente.

Che ci fosse qualcosa di politicamente di grosso nell'aria lo si sentiva. Da alcuni giorni, infatti, nella maggioranza c’erano diversi segnali di spaccatura che nella scorsa settimana erano culminati nelle dimissioni dalla giunta del vicesindaco De Biase e dell’assessore Rota. Le motivazioni dei due erano le ingerenze politiche esterne subite dal sindaco Vasovino nel prendere le decisioni. Ai due dimissionari, proprio questa mattina, sulle pagine de il Crotonese, aveva risposto il primo cittadino sostenendo di “non essere il fantoccio di alcuno” e soprattutto sottolineando a proposito dei suoi ex assessori: “Non potrei più nutrire alcuna stima verso chi nelle ultime settimane ha utilizzato mezzi meschini e subdoli, fatti di diffamazioni e menzogne, per far sì che la maggioranza del mio consiglio vacillasse e si insinuassero dubbi sulla mia condotta politica che, ci tengo a sottolineare senza paura di apparire autoreferenziale, è sempre stata irreprensibile”.

(Il Crotonese)

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