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giovedì 18 ottobre 2012

Black mountains, il gup proscioglie tutti i 45 imputati per le scorie tossiche


Il giudice dell'udienza preliminare di Crotone Gloria Gori ha prosciolto tutti gli imputati coinvolti nell'inchiesta della Procura della Repubblica denominata 'Black mountains', la stessa che nel 2008 portò al sequestro di 23 siti sparsi tra Crotone e la provincia.
Non c'è stato alcun disastro ambientale, alcun avvelenamento delle acque a causa del riutilizzo in strade e piazzali delle scorie provenienti dagli impianti industriali crotonesi ormai dismessi da anni. E' quanto ha stabilito il giudice dell'udienza preliminare di Crotone Gloria Gori che ha prosciolto tutti gli imputati coinvolti nell'inchiesta della Procura della Repubblica denominata 'Black mountains', la stessa che nel 2008 portò al sequestro di 23 siti sparsi tra Crotone e la provincia, compreso il cortile della Questura, le banchine del porto, scuole, strade e piazzali, per la cui realizzazione erano state utilizzate le scorie del forno ‘Cubilot’ del vecchio stabilimento Pertusola Sud di Crotone miste a loppa d’altoforno proveniente dall'Ilva di Taranto, che miscelate hanno composto un materiale chiamato Cic, conglomerato idraulico catalizzato.


Alla sbarra, in tutto, c'erano 45 persone, accusate di aver smaltito illegalmente rifiuti tossici e pericolosi ma anche di disastro ambientale e avvelenamento delle acque, tra i quali dirigenti della società Pertuisola sud, l'ex direttore generale del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, il capo di gabinetto Goffredo Zaccardi, il vice capo dell’ufficio legislativo Maurizio Pernice, i prefetti Domenico Bagnato e Salvatore Montanari, nella loro qualità di ex commissari per l’emergenza ambientale nella regione Calabria, amministratori locali come l’ex sindaco Pasquale Senatore con il reggente Armando Riganello e l’ex presidente della Provincia Sergio Iritale oltre a una sfilza di funzionari dei due enti e direttori dei lavori effettuati nei vari siti poi finiti sotto sequestro. Tutti prosciolti dalle due accuse più gravi, il disastro ambientale e l'avvelenamento delle acque, perché il fatto non sussiste; prosciolti, ancora, dall'accusa di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi per non aver commesso il fatto o per intervenuta prescrizione del reato.

Nell'inchiesta era finito originariamente anche l'ex ministro dell'Ambiente Edo Ronchi la cui posizione è stata stralciata e poi archiviata dal tribunale dei ministri.

16 ottobre 2012
Fonte: Il Crotonese

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