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giovedì 25 ottobre 2012

Ciclo dei rifiuti, poche ore ancora per disinnescare l'emergenza in Calabria


Poche ore ancora per scongiurare il caos del ciclo dei rifiuti in tutta la Calabria. Le attese sono tutte per la riunione di domani pomeriggio, venerdì 26, all’ufficio del commissario delegato: ci sarà anche Veolia (tramite le società controllate) che ha già annunciato la chiusura degli impianti dal giorno dopo, sabato 27, e la messa in mobilità dei 122 dipendenti degli impianti di selezione in Calabria, compreso il termovalorizzatore di Gioia Tauro.
Di mezzo c’è un contenzioso economico con la Regione e l’ufficio del commissario (e quindi con la presidenza del Consiglio dei ministri) di 140 milioni di euro che ha convinto Veolia a disimpegnarsi dal settore. Il contratto di concessione è scaduto a gennaio e da febbraio la gestione degli impianti va avanti in prorogatio. Solo che, denuncia l’azienda, il committente, ossia il commissario, non fornisce puntualmente le risorse economiche necessarie ad effettuare la normale manutenzione degli impianti, che per questa ragione sarebbero diventati insicuri, né l’azienda è disposta ad anticiparne di proprie. Anche perché gli azionisti hanno chiesto al Tribunale di La Spezia, dove si trova la sede legale, di accedere al concordato preventivo e non possono correre il rischio di essere accusati di aver distratto risorse rispetto alle pretese dei creditori.
Tra gli impianti che potrebbero lavorare solo fino a venerdì ci sono anche i selezionatori dei rifiuti di Veolia (tramite Gestioni Ambientali snc e Tec spa in concordato preventivo) di località Ponticelli a Crotone (area industriale nord) e quello più vicino di Rossano, dove lavorano, rispettivamente, 14 e 16 dipendenti. La funzione degli impianti di selezione è quella di trattare prima la spazzatura, in modo da creare rifiuti idonei per essere bruciati nel termovalorizzatore e riducendo la quantità (scarti di lavorazione) che va direttamente in discarica. Senza questo filtro aumentano i volumi da portare in discarica che di conseguenza si esauriscono molto prima. Inoltre, in questo momento in Calabria è operativa a tutti gli effetti una sola discarica, privata, a Pianopoli (Catanzaro).
Se tutti i comuni dovessero essere costretti a portare fin lì i rifiuti, significherebbe mettere in ginocchio anche il sistema di raccolta oltre a quello di smaltimento. L’eccessivo afflusso con le conseguenti lunghe file per scaricare, infatti, non consentirebbe ai mezzi di raccolta di fare più di un carico per ogni turno di lavoro, se non addirittura al giorno, con una levitazione di costi (per i trasporti soprattutto) che almeno le nostre due società di raccolta pubbliche, Akrea (Comune di Crotone) ed Akros (Comuni più socio privato di minoranza) non si possono assolutamente permettere. Situazione, d’altronde, che si è già verificata durante le emergenze del passato. Anche se quella che si annuncia da questo fine settimana sarebbe senza dubbio senza precedenti. Una situazione ‘napoletana’ a tutti gli effetti.
La provincia di Crotone, in questo contesto regionale, ha una piccola via di fuga che però, percorsa ormai tante di quelle volte, può permettere ancora una limitata boccata d’ossigeno al ciclo provinciale dei rifiuti. È il ricorso alla discarica privata di Sovreco in località Columbra, esaurita da tempo e con una limitata capacità di abbanco che il commissario ha autorizzato ad utilizzare per il conferimento, fino a revoca, o a definitiva saturazione dell’impianto, per il conferimento dei rifiuti provenienti dai comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro. La residua capacità si attesta intorno a 50 mila metri cubi, per circa 5 mesi ancora di autonomia. Chiaro che se dovessero essere dirottati su questa discarica i rifiuti di tutta la provincia (o di altri territori, come spesso avvenuto in passato), l’impianto si esaurirebbe molto prima.
La nuova emergenza, se non verrà disinnescata in extremis nella trattativa con Veolia, riproporrà così il solito dilemma per il territorio crotonese riguardo al ciclo dei rifiuti: da un lato c’è la richiesta di Sovreco di autorizzare sempre a Columbra una nuova discarica, ipotesi alla quale in passato si è opposta la popolazione, ma dall’altro lato c’è il nulla perché non è stata scelta la nuova area sulla quale realizzare la futura discarica di servizio almeno per accogliere gli scarti del processo di selezione. A prescindere dalla battaglia per non ritrovarsi più la spazzatura di altri in casa (ossia nella nostra provincia).

(Fonte: Il Crotonese)

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