
Come Cgil, quindi, invitiamo tutti i soggetti istituzionali a rilanciare ed accelerare con più vigore il processo di bonifica definendo obiettivi temporali, piani strategici di riuso, verificando lo stato di avanzamento dei progetti S.I.N. e delle risorse impegnate e realmente spendibili. Occorre associare alla responsabilizzazione istituzionale una pragmaticità scevra da interessi speculatori che possa favorire un approccio integrato per la bonifica e la riqualificazione delle aree produttive dismesse. Non vorremmo, infatti, che questa sentenza, associata ad altri preoccupanti fattori di contesto e normativi, quali il ricorso al TAR vinto da Sasol Italy Spa; la possibilità che si possa passare direttamente dalla fase di messa in sicurezza al riuso, saltando dunque la bonifica; la prospettiva che il fine e non il livello di inquinamento possano decidere le metodiche di risanamento dei siti; la volontà del Governo di ridurre i S.I.N. e di invitare le Regioni ad una riparametrazione dei siti contaminati, possano decretare lo stop definitivo alla bonifica di Crotone.
Se così fosse, per la Cgil di Crotone sarà inaccettabile, perché alla bonifica si legano le prospettive occupazionali e di crescita sostenibile del territorio, perché la bonifica è una straordinaria occasione per il rilancio produttivo e per la riqualificazione urbana e territoriale; perché la bonifica è una opportunità di programmazione di un piano straordinario del lavoro e del riscatto economico e sociale del territorio crotonese; perché la bonifica è il dovuto risarcimento ad una popolazione che già ha pagato, e continua a farlo, in termini di disoccupazione e morte.”
(Fonte: cn24)
(Fonte: cn24)
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