Il Consiglio regionale ha approvato il documento da mandare al Governo sul riordino degli enti intermedi, confermando in toto il parere del Comitato per le autonomie locali (Cal): in Calabria sono necessarie le cinque Province attuali (Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia più la città metropolitana di Reggio Calabria). Senza nessun’altra ipotesi in subordine. Tipo la ricomposizione della vecchia provincia catanzarese.

Il riordino, durante la seduta di oggi pomeriggio, è stato introdotto dal presidente Talarico che ha letto il documento elaborato dalla conferenza dei capigruppo “nel corso della quale - ha spiegato - sono stati ascoltati i rappresentanti delle province di Vibo, ed è stato acquisito un parere della Provincia di Catanzaro. È stata una discussione articolata - ha spiegato - ma c’era l’intenzione di arrivare ad un ordine del giorno che fosse unanime. Deve essere questo il nostro impegno. Devo dire che c'è stata grande responsabilità”. Nel documento il Consiglio approva e sostiene la decisione della Giunta regionale di adire la Corte costituzionale sul decreto legge 95/12 e della successiva legge di conversione e di tutti gli atti che, in violazione del dettato costituzionale, intervengono sulla soppressione e la razionalizzazione delle Province, ribadisce, altresì, la volontà di mantenere invariato il numero delle Province”.
Due gli interventi sul documento: Alfonso Dattolo per la maggioranza e Agazio Loiero per l’opposizione. Dattolo ha parlato di decisione del mantenimento “non solo sul piano numerico, ma anche perché - ha spiegato - non si può modificare la Costituzione a colpi di decreto legge. Unanimemente abbiamo deciso di chiedere una deroga. La situazione politica, economica, e sociale calabrese è certamente diversa dal resto della penisola. In questa regione, le Province sono state vere e propri presidi di legalità che hanno garantito risultati anche validi, non solo economici, ma certamente dal anche dal punto di vista sociale. Ritengo che la scelta individuata sia la perfetta sintesi del dibattito della scorsa seduta”. Per Loiero “il Codice delle autonomia deve essere riscritto con un disegno più organico, anche perché - ha aggiunto - non si agisce senza neanche spiegare quanto si va a risparmiare”.
(Fonte: Il Crotonese)
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